La Coop ha
consegnato la lettera di licenziamento alla nostra delegata sindacale Sara
Catola. Un provvedimento che riteniamo clamorosamente sproporzionato rispetto a
ciò che è successo e che ci sconvolge, non solo perché Sara è una nostra
delegata, ma in quanto lavoratrice dell’ipermercato di Livorno.
Il motivo
del licenziamento è che, secondo l'azienda, Sara avrebbe svolto un altro lavoro
durante un periodo in cui era in congedo parentale Inps al 30%. La realtà
invece è che Sara utilizzava quel congedo allo scopo per il quale
legislativamente esiste, ossia essere presente al fianco dei figli in
alcuni periodi (come appunto quello estivo) in cui asili e scuole sono chiusi.
La funzione del congedo (citiamo letteralmente) è quella di "consentire la
presenza del genitore accanto ai figli al fine di soddisfare i loro bisogni
affettivi e relazionali". Sara infatti lo faceva portandoli al mare
nello stabilimento in cui la sua famiglia gestiva l'estate scorsa la ristorazione
(proprio anche per permettere loro appunto di vedere il padre e il resto della
famiglia), e dava occasionalmente una mano ai suoi familiari nella gestione di
quella attività. Nessun contratto di lavoro, nessuna divisa, nessuna
retribuzione, solo un fisiologico e sporadico supporto in quanto componente
della famiglia. La Coop ha però deciso di piazzare degli investigatori
(ebbene sì...) in quello stabilimento, i quali hanno colto 14 momenti (pochissimi
se consideriamo la durata, 5 mesi, di questo congedo estivo) in cui Sara
svolgeva alcune attività dentro il ristorante.
Ci
chiediamo: si può licenziare una lavoratrice per così poco? Noi siamo
sbigottiti. Quale danno ha fatto a Unicoop Tirreno? Nessuno, dato che
quel 30% lo paga l'Inps e quindi al massimo avrebbe dovuto essere l'Inps a
chiedere indietro quelle somme SE avesse ravvisato che Sara non
aveva preso il congedo per tenere i figli ma per lavorare. Tra l’altro stiamo
parlando del 30% di uno stipendio part-time per un periodo di pochi mesi,
immaginatevi quale volontà di arricchirsi c'era dietro...
Nel periodo in questione il comportamento di Sara è stato totalmente in buona fede, al punto che non ha mai nascosto a nessuno (compresi moltissimi colleghi) che la sua famiglia gestiva la ristorazione e organizzava pranzi e cene in quello stabilimento, scrivendolo addirittura pubblicamente sul suo profilo Facebook. Un comportamento che testimonia la totale trasparenza e l'assenza di volontà di nascondere qualcosa.
Tutti all'Iper conoscono Sara. Una ragazza dalla generosità immensa che si è sempre fatta in quattro per aiutare tutti, sindacalmente e non, che mai in 12 anni di anzianità lavorativa in Coop aveva ricevuto una lettera di contestazione disciplinare, e che adesso si trova incredibilmente a pagare con la pena più dura un fatto che, lo ripetiamo, non ha causato alcun danno alla Coop. Sara NON lavorava in quel posto, era in congedo per tenere i figli. Ma l'azienda ha creato un teorema strumentale con il solo fine di licenziarla.
Nel periodo in questione il comportamento di Sara è stato totalmente in buona fede, al punto che non ha mai nascosto a nessuno (compresi moltissimi colleghi) che la sua famiglia gestiva la ristorazione e organizzava pranzi e cene in quello stabilimento, scrivendolo addirittura pubblicamente sul suo profilo Facebook. Un comportamento che testimonia la totale trasparenza e l'assenza di volontà di nascondere qualcosa.
Tutti all'Iper conoscono Sara. Una ragazza dalla generosità immensa che si è sempre fatta in quattro per aiutare tutti, sindacalmente e non, che mai in 12 anni di anzianità lavorativa in Coop aveva ricevuto una lettera di contestazione disciplinare, e che adesso si trova incredibilmente a pagare con la pena più dura un fatto che, lo ripetiamo, non ha causato alcun danno alla Coop. Sara NON lavorava in quel posto, era in congedo per tenere i figli. Ma l'azienda ha creato un teorema strumentale con il solo fine di licenziarla.
Quando Sara,
lo scorso 1 ottobre, ricevette la contestazione con il dettaglio dei momenti in
cui era stata secondo loro "colta in flagrante", come sindacato
decidemmo di voler essere fiduciosi nel buon senso dell'azienda e di non
pensare quindi che stavano provando a licenziare Sara per il suo ruolo di
delegata sindacale Usb. Ma cosa dovremmo pensare oggi che è arrivata la
sanzione massima? È stranoto infatti nel nostro ipermercato che quella di
prendere il congedo e contemporaneamente dare una mano (sempre provvedendo alla
tenuta dei figli) ad altre attività familiari, è una abitudine tutt'altro che
infrequente. Tollerata tranquillamente dall'azienda, da sempre. Perché
Sara invece oggi viene licenziata in tronco? Sbattuta fuori senza pietà da
un'azienda presa dal gusto sadico, violento e criminale di licenziare una lavoratrice
con una famiglia di 5 persone che vive del suo monoreddito. Un'azienda che
purtroppo ancora una volta dimostra ferocemente quanto sia repressiva e
impietosa nel trattamento dei lavoratori (solo quelli più deboli ovviamente). Nel
colloquio disciplinare di controdeduzioni con l'azienda, Sara spiegò per filo e
per segno la realtà dei fatti, fornendo in maniera trasparente tutti gli
elementi necessari a valutare cosa era successo. Passarono i 21 giorni di
legge, la Coop non riuscì a giungere ad una decisione e quindi chiese la
proroga dei tempi prevista dalla normativa. Un chiaro segnale del fatto che
tra le persone che hanno preso la decisione c'era palesemente chi riteneva
eccessivo il licenziamento. Ma alla fine ha prevalso la fazione spietata e
ottusamente forcaiola.
Ancora non ci capacitiamo di come sia possibile che la Coop si incattivisca in questa maniera con una lavoratrice, prima ingaggiando dei detective per pedinarla e poi licenziandola, rovinando l'esistenza a lei e alla sua famiglia. Un'azienda che si riempie ipocritamente la bocca con frasi finte sul rispetto delle madri e dei diritti delle donne, ma che alla prova dei fatti mostra il suo vero volto, quello di un noto dirigente che ultimamente si vanta in continuazione in pubblico di voler licenziare i lavoratori. Come se ci fosse qualcosa di cui vantarsi. Un'azienda che non interviene su dirigenti responsabili di danni economici da milioni di euro ma che nel suo delirio di onnipotenza si abbatte su una lavoratrice da 700 euro al mese. Forti con i deboli e deboli con i forti, come è nel loro dna.
Ancora non ci capacitiamo di come sia possibile che la Coop si incattivisca in questa maniera con una lavoratrice, prima ingaggiando dei detective per pedinarla e poi licenziandola, rovinando l'esistenza a lei e alla sua famiglia. Un'azienda che si riempie ipocritamente la bocca con frasi finte sul rispetto delle madri e dei diritti delle donne, ma che alla prova dei fatti mostra il suo vero volto, quello di un noto dirigente che ultimamente si vanta in continuazione in pubblico di voler licenziare i lavoratori. Come se ci fosse qualcosa di cui vantarsi. Un'azienda che non interviene su dirigenti responsabili di danni economici da milioni di euro ma che nel suo delirio di onnipotenza si abbatte su una lavoratrice da 700 euro al mese. Forti con i deboli e deboli con i forti, come è nel loro dna.
A sostegno e
in solidarietà a Sara proclamiamo uno sciopero in tutti i negozi della città
di Livorno per l'intera giornata di domani, giovedì 12 novembre. Uno
sciopero di solidarietà e di protesta contro una decisione forzata e
immeritata per la nostra collega. Chiediamo a chi ritiene questo licenziamento
totalmente sproporzionato rispetto ai fatti, ma anche a chi semplicemente vuole
dimostrare vicinanza a Sara in questo tremendo momento, di astenersi dal lavoro
per protestare contro questa ingiusta decisione di Unicoop Tirreno, e di
partecipare insieme a noi e a Sara al presidio di protesta fuori dall'Iper che
inizierà stanotte e si protrarrà per tutto la giornata di giovedì. Abbiamo
bisogno dell'aiuto di tutti/e, grazie.
Usb Unicoop
Tirreno Livorno - 11 novembre 2015
Nessun commento:
Posta un commento